Ci sono state molte teorie scientifiche nel corso della storia, la prima ufficiale nasce nel ‘900 e porta la firma di Sigmund Freud: secondo essa il sogno rappresenta un desiderio rimasto inappagato durante la veglia.
Solo nel 1953 Eugene Aserinsky scopre che ciclicamente durante il sonno le persone muovono in modo rapido gli occhi sotto le palpebre chiuse e l’attività corticale schizza alle stelle: vengono scoperte le fasi REM, rapid eye movement.
Nel 1976, Allan Hobson e Robert McCarley propongono una teoria completamente opposta alla romantica visione di Freud: i sogni non nascono dai desideri non corrisposti ma sono una interpretazione del cervello agli stimoli esterni e dai segnali caotici generati dai processi cerebrali notturni e dai ponti neurali durante le fasi in cui, la zona più profonda del nostro cervello, stimola via via le parti più superficiali.
Ma perché sogniamo cose strane, dimenticate o non legate tra loro nelle nostre esperienze vere?
Eugen Tarnow trova un legame tra i sogni e la memoria a lungo termine: i sogni stimolano in continuazione la memoria, durante tutta la vita. La stranezza dei sogni è legata al funzionamento stesso della nostra memoria. Pochi anni dopo si scopre il perché.
Jie Zhang capisce che ci sono diversi meccanismi cerebrali a regolare il sonno, in particolare il sonno “base” e le fasi REM.
Scopre che l’intero processo di sonno è una sorta di trasferimento della memoria a breve termine in quella a lungo termine; per fare ciò il cervello è come se deframmentasse il suo sistema di memoria, riordina e fa spazio, toglie e rimette in ordine tutto e per farlo deve necessariamente stimolare tutte le sue parti fino alla corteccia.
La cosa straordinaria è che l’elettroencefalogramma di un uomo nella fase REM è paragonabile a quella della veglia, i processi sono pressoché identici tanto che le nostre sensazioni sono reali, a volte bellissime e volte terribili.
Sogniamo circa due ore per ogni notte, sei anni della nostra intera vita.
Quello che proviamo durante questo grandioso lavoro di archivio e sistemazione dei nostri sensi e della nostra consapevolezza sono sensazioni indotte da ormoni e impulsi elettrici che si sono perfezionati in millenni di evoluzione.
Quando il nostro corpo è stanco i neuroni vicini agli occhi iniziano a mandare segnali inequivocabili: le palpebre si appesantiscono e le immagini si offuscano, viene rilasciato un ormone che favorisce il sonno e i neuroni inviano segnali al midollo spinale che rilassa il corpo.
Ci abbandoniamo e lasciamo che tutti quei processi che scaturiscono visioni, odori, suoni e viaggi incredibili possano iniziare.
Il sonno è l’operazione di manutenzione più piacevole che il nostro corpo possa regalarci.
È importante permettere al nostro cervello di svolgere questa operazione nel migliore dei modi, senza interruzioni o scomodità che ne limiterebbero l’efficacia; il sonno permette al nostro intero organismo di rigenerarsi e di farci svegliare pieni di energia.
Il miglior sonno possibile è quello ininterrotto e non compromesso da posture errate; scegliere un buon sistema letto significa garantire qualità del riposo e della vita.
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